mercoledì 20 febbraio 2013

Un voto green

Oramai siamo agli sgoccioli, domenica e lunedì gli italiani saranno chiamati in causa per decidere le sorti del paese.
Io sul mio blog ho sempre evitato di parlare direttamente di politica, e intendo farlo anche oggi. In compenso molto spesso mi sono occupato di attualità, anche in atteggiamenti fortemente critici verso ciò che consideriamo progresso e civiltà. Sta volta volevo offrirvi una personalissima considerazione in vista delle ormai prossime elezioni.

In quell'occasione, almeno in teoria, sarà il popolo a essere padrone.
Quando voterete, pensate a tutti i problemi del nostro paese; lavoro, scuola, sanità, giustizia sociale, e magari, pensate anche all'ambiente.
Quest'ultima tematica è stata snobbata durante tutta la campagna elettorale. Non che le altre siano state particolarmente sentite, anzi, si sono spese intere giornate a discutere di bufale colossali senza preoccuparsi di fatti importanti.
Per quanto riguarda il futuro del nostro territorio, della natura e dell'ecosistema, invece, non si è detto proprio un bel niente.
Che lo si voglia o no, il futuro sarà l'ecologia.
Questo è l'unico presupposto se si vuole un futuro.
Potremo andare avanti a rotoli ancora per molto tempo, non ci schioderemo facilmente da questa crisi, ma senza diminuire i consumi ed aumentare gli  investimenti sulle energie rinnovabili, il nostro pianeta ha i giorni contati. E con esso anche noi.


Il nostro paese ha bisogno di una forte svolta green. So bene che molte delle promesse che sono state dette durante la campagna elettorale si tramuteranno in aria fritta come finite le elezioni. Ma almeno cerchiamo di dare un segno. Cerchiamo di far capire a chiunque salga al governo che il nostro paese ha bisogno di una nuova cultura ecologica, oggigiorno a dir poco carente o persino dimenticata. Affidiamo il nostro misero potere di un voto a testa a chi almeno propone qualcosa di positivo in questo senso.
E' questo l'invito che vi faccio.
E speriamo che il vincitore, chiunque esso sia, tenga in considerazione il rispetto per l'ambiente. Sarebbe già quello un ottimo risultato.

sabato 16 febbraio 2013

Un'abbondante nevicata!

Salve a tutti!
Oggi volevo condividere delle foto che io e il mio collaboratore L.M. Kant (folkmetaller) abbiamo scattato lunedì, a Perinaldo, un paesino nell'entroterra dell'estremo ponente ligure.

Già dal giorno precedente giorni si parlava di imminenti nevicate abbondanti, al punto che era stato dato l'annuncio delle scuole chiuse per il giorno successivo. Ma, fino a sera, neanche un fiocco...
Perplessi ma felici ci accorgiamo a tarda notte che finalmente era iniziata a scendere un po' di neve, ma che ancora faticava ad attaccarsi.
La mattina dopo ci svegliamo che il sole è già alto, usciamo e...troviamo tutto il paese ricoperto di neve!
Ne è scesa proprio tanta!


Non avevo mai visto il paesaggio della nostra vallata così bianco!




La neve che resta sugli alberi ci regala uno scenario da sogno!



Un simpatico passerotto vola in cerca di qualcosa da mettere nel becco tra i rami innevati di un albero.


Non so voi, ma a me ha sorpreso molto vedere una palma così carica di neve!


La giornata è trascorsa tra battaglie di palle di neve, discese sugli slittini e un bel piattone di polenta! 
Ringrazio i miei amici per aver condiviso con me questa giornata stupenda in cui l'inverno si è manifestato in tutto il suo gelido splendore!

Se ti è piaciuto leggi anche Vacanze nella natura! oppure Assaggi d'inverno anticipato!

mercoledì 13 febbraio 2013

Il progresso.

Dalla nascita della società industriale e del capitalismo, nel 1800, ereditiamo concetti base della nostra mentalità; tra questi è fondamentale l'idea di progresso, che generalmente indica un'innovazione (spesso nel campo scientifico-tecnologico) che ci porta a migliorare le nostre condizioni. Indubbiamente da allora il nostro stile di vita è migliorato qualitativamente, grazie a strumenti che ci aiutano nella nostra routine quotidiana.

Arthur Schopenhauer

"Il progresso è il sogno del diciannovesimo secolo, come la resurrezione dei morti era quello del decimo. Ogni epoca ha il suo. Quando questo secolo, esaurendo i suoi granai e quelli del passato, avrà formato un cumulo di scienze e di ricchezze, l'uomo, misurandosi con tale ammasso, sarà forse meno piccolo?"

Così diceva il filosofo Arthur Shopenhauer 200 anni fa. Da allora, cos'è cambiato?

La nostra epoca ha ereditato il loro stesso obbiettivo; il progresso (in qualunque campo) viene prima di tutto. Anche prima della sopravvivenza di altri popoli o del pianeta stesso.
E proprio come allora, mentre parte della popolazione muore di fame, si continua a inseguire il fantasma del  cosiddetto progresso, senza curarsi di modificarne gli aspetti negativi, che col tempo sono degenerati.
L'idea di crescita, progresso, si è così radicata nella cultura occidentale (e purtroppo si sta allargando ad altre zone del mondo) al punto che ogni tipo di innovazione è considerato positivo, anche quando superfluo o persino dannoso. Esempio lampante di ciò è il nostro stesso sistema economico, che si basa sull'aumento della merce prodotta e consumata (Pil) e non su un effettivo miglioramento delle condizioni di vita.

Inoltre, spesso il concetto di progresso è stato sottomesso ai conflitti tra capi di stato; ancora oggi, le primizie della tecnologia sono utilizzate con scopi bellici e distruttivi. Ciò ha comportato che il concetto di miglioramento si è decisamente allontanato da quello di sviluppo culturale e sociale, con la conseguenza che negli ultimi anni siamo diventati più ignoranti ma meglio armati. Nella stessa logica si possono spiegare i frequenti tagli ai fondi per le università e gli istituti di ricerca, quando non direttamente alla sanità...

Son convinto che al giorno d'oggi il progresso sia solo una chimera. Potremo migliorare ulteriormente le nostre condizioni materiali, certamente, ma ci sono altri problemi ben più scottanti da affrontare prima; la fame nel mondo, la distruzione del pianeta, l'insicurezza del futuro data da un sistema instabile sono punti che, se vogliamo una società migliore, vanno affrontati subito, poichè sono già stati trascurati troppo a lungo.
Purtroppo, l'uomo, pur modificando in ogni millimetro l'ambiente esterno, difficilmente riuscirà a cambiare se stesso, restando sempre egoista e prepotente, e, proprio come ci avvertiva Schopenhauer, resterà sempre piccolo e insignificante.

mercoledì 6 febbraio 2013

L'unione fa la forza!

Come avevo già illustrato in un post precedente (Ma...come ci vestiamo?) Greenpeace ha recentemente indetto una campagna intitolata "Detox" contro alcuni grandi marchi della moda che producono le loro merci senza rispetto per l'ambiente e per le persone.


Questa battaglia è stata condotta tramite una raccolta firme, e  ha visto molte grandi industrie cedere alla pressione dell'associazione ambientalista; è così successo che nomi come Benetton, Victoria's secret, Levi's e Zara hanno deciso di cambiare politica e metodo di produzione, rinunciando a sostanze chimiche tossiche e nocive per la natura e per l'uomo, assicurando maggiore qualità e rispetto.

Ma...come ha fatto Greenpeace a conseguire tali risultati?
Il segreto è uno solo, ed è molto semplice; ha dalla sua parte tantissimi consumatori, che, informati, si sono resi conto dell'ingiustizia che si celava dietro la bella immagine e hanno scelto di aderire a questa raccolta firme. Ogni firma corrispondeva a un cliente che svaniva, che si proponeva di cambiare negozio e di comprare merci differenti. E quando si incomincia a parlare di migliaia di persone che decidono di boicottare il mercato, anche i grandi marchi della moda si impauriscono, e i loro bilanci ferrei iniziano a tremare.
E' proprio vero...l'unione fa la forza!


E' per questo motivo che reputo la campagna indetta da Greenpeace così importante.

Ha dato modo al consumatore di passare dalla condizione di schiavo del mercato (reso tale da pubblicità, stordimento mediatico, società dell'apparenza, tendenza al consumo sfrenato, ecc...) a regolatore del mercato stesso!
E il passo fondamentale per passare dalla prima condizione alla seconda è uno solo; l'essere informati. Solo così si può arrivare ad un consumo critico e ad acquisti consapevoli, evitando di farsi imbottire la testa dalla pubblicità.

Se ti è piaciuto, leggi anche Intervista a chi lavora per noi e per la terra oppure Il consumo critico

sabato 2 febbraio 2013

Mare; risorsa o discarica?


Vivo in un piccolo comune dell'estremo ponente ligure, la cui principale attrazione per i turisti è il mare. D'estate, arrivano molti piemontesi e lombardi per godersi il nostro pezzo di Mediterraneo.


Ma, una volta terminata la stagione turistica, che ne resta delle nostre spiagge?
Lasciate passare un po' di tempo, e vi accorgerete che si tramutano inesorabilmente in discariche.
Eh si, perchè durante la stagione invernale, le spiagge non portano alcun profitto, e quindi anche il loro decoro diventa un optional.

Questa mattina sono uscito e ho scattato qualche foto, in modo che possiate farvi un'idea...





Ma...com'è successo tutto questo? Chi ha causato questo inquinamento?
La colpa è di tutti. Questi sono i rifiuti che per anni è continuato a buttare in mare; bottiglie, pacchetti di sigarette, lattine, scarpe, pneumatici, lattine...e ora semplicemente il mare restituisce al mittente il "pensierino".
Dopo aver inquinato le acque, aver causato il deterioramento della biodiversità ittica e la morte di molti esseri viventi, dopo essere stati consumati dalla furia delle onde, tutti questi oggetti sono ritornati a riva grazie alle mareggiate. E ci rinfacciano le nostre colpe.




Ecco il nostro bel mare, le nostre acque premiate ogni anno con la "bandiera blu", simbolo dell'acqua pulita.
Sembra una presa in giro. Eppure è così; questo è il lato che non si conosce, che non viene detto della nostra riviera. Mi rendo conto che non è certo una bella pubblicità, ma è la verità, anche se scomoda.
Ma, statene certi, prima dell'arrivo di giugno saranno pulite, per accogliere i turisti e (soprattutto) i loro portafogli.

Guardando queste immagini, dovremmo ricordarci che l'inquinamento è un boomerang; il mare è una risorsa, per il turismo e come fonte di cibo (la pesca è diffusa da generazioni). Riducendolo così, danneggiamo noi stessi e le nostre stesse attività.


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