sabato 21 luglio 2012

Si agli orsi polari, No al petrolio

L'Artico, come è noto, è nel mirino dei governi e delle compagnie petrolifere a causa delle sue scorte di combustibili fossili.
Negli ultimi 30 anni, come ho spiegato tramite un video in un post precedente (Scioglimento dei ghiacci inarrestabile...o no?) la superficie dei ghiacci artici si è spaventosamente ridotta, per via del riscaldamento globale e dell'effetto serra. La trivellazione di quella zona sarebbe la sua condanna a morte; significherebbe scioglimento totale dei ghiacci rimasti, con conseguente ulteriore innalzamento della temperatura globale e del livello del mare; significherebbe estinzione sicura per moltissime specie animali, come gli orsi polari, che perderebbero il loro habitat naturale.

L'orsetto Knut
Tutti eravamo rimasti affascinati dalle immagini di Knut, il famoso cucciolo di orso polare dello zoo di Berlino, si era scatenato un vero e proprio fenomeno mediatico intorno a quel bellissimo esemplare. Perchè, allora tutti erano conquistati da quel cucciolo, e ora che l'intera sua specie è in pericolo per colpa dell'uomo solo in pochi ne parlano? Perchè la televisione non se ne occupa?

Lo zio di Knut
E poi, vale davvero la pena di trivellare l'Artico? E' davvero necessario continuare a distruggere il pianeta per portare avanti il nostro sporco sistema economico, che per giunta è già al collasso? Il petrolio a disposizione in quelle zone è pari al consumo globale di 3 anni. Non è forse più intelligente pensare che, siccome i combustibili fossili sono una risorsa limitata, presto o tardi dovremo comunque rinunciare ad essi? Non è forse meglio incominciare a costruire un nuovo sistema economico, basato non sul consumismo ma sull'utilizzo cosciente delle risorse, non sui combustibili fossili ma  sulle energie rinnovabili, non sullo spreco ma sul riciclo? Tutto ciò non è forse più conveniente per l'uomo e per il pianeta?

Intanto la campagna di Greenpeace per salvare l'Artico non si ferma! Nonostante l'obbiettivo iniziale di un milione di firme sia già stato raggiunto, ora l'associazione ambientalista ha deciso di alzare il tiro; il nuovo obbiettivo è arrivare a quota 2 milioni! Del resto, l'unione fa la forza, e quindi più gente si unisce in difesa dei ghiacci del Nord meglio è! Dobbiamo essere noi a cambiare le cose, i governi e le multinazionali sono troppo attaccati ai loro interessi. Non dobbiamo più stare al loro gioco, possiamo scegliere noi il nostro futuro. La raccolta firme di Greenpeace è un'opportunità per farsi sentire, per dire che si è contro il petrolio e che si vuole invertire la rotta.

FIRMA QUI PER SALVARE L'ARTICO

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